UNTIL DEATH OVERTAKES ME: svelano il brano “Ascension”, del nuovo album “Diagenesis” in uscita

L’enigmatica entità funeraria UNTIL DEATH OVERTAKES ME si prepara a scaricare il suo nuovo LP, “Diagenesis” , sul pubblico tramite Aesthetic Death . Oggi, la cupa traccia di apertura, “Ascension” , è stata svelata su Mystification Zine .

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“Diagenesis” uscirà il 6 dicembre 2024 tramite Aesthetic Death

La luce bianca è morta, eoni lontano da casa. La realtà è fondamentalmente alterata. Mutilata, barcolla, come se fosse cieca a ciò che è scomparso, a ciò che non tornerà mai più.

UNTIL DEATH OVERTAKES ME (in breve UDOM), attivi dal 1999, risiedono da qualche parte nei recessi più oscuri del genere doom. Spesso definiti ambient funeral doom, il sound degli UDOM subisce sempre sottili cambiamenti e offre viaggi musicali introspettivi verso e attraverso i luoghi più oscuri e tormentati della mente umana.

Fin dall’inizio, gli UDOM hanno pubblicato 18 album. La maggior parte di questi sono stati autoprodotti, mirati principalmente a piattaforme digitali. “Diagenesis” è il culmine di tormenti interiori che, cresciuti nel corso degli anni, trovano finalmente una liberazione attraverso 4 lunghe tracce. Inizia con un sogno attraverso il quale i morti comunicano per l’ultima volta, e da cui nasce la consapevolezza che l’atto di ricordare, preservare, ricade interamente sui vivi. Rendendosi conto che il fardello è soggetto al proprio lento decadimento, subentra un senso di colpa così potente che sembra che solo la morte possa risolverlo. Eppure quella stessa morte non verrà evitata e fino ad allora, potremo sognare. “Diagenesis” si conclude con un omaggio ai morti i cui ricordi stanno svanendo, che finisce per parlare di più della propria disperazione, alla fine vacillando quando si rende conto che non raggiungerà mai coloro che non possono più sentire.

“Diagenesi” . L’atto finale dei morti. Diventare tutt’uno con l’ambiente da cui provengono, diventare indistinguibili dal resto della realtà e, di fatto, svanire come se non fossero mai esistiti. Lasciare i vivi disperati con la consapevolezza che, per quanto scavino in profondità, nella terra e nella mente, i morti non saranno mai più ritrovati.

Il lutto devasta la mente e il tempo promette di smussarne la forza. Una landa desolata e pallida potrebbe riprendersi un giorno, ma il senso di colpa che accompagna i ricordi sbiaditi mette radici al suo posto.
E qui, il tempo non fa che rafforzarlo. Mentre le immagini chiare diventano sogni astratti, la colpa incombe con la sua massa crescente e paralizzante.

Gli unici a capire, quelli che potrebbero perdonare, se ne sono già andati e sono gli stessi che stanno scomparendo dalla vista.

E quando se ne saranno andati davvero, solo la morte potrà perdonarli.

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